Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare di storytelling, vale a dire l’arte del racconto declinata secondo le esigenze della Rete. Mentre i racconti tradizionali si basano su regole ben precise relative alla lunghezza e di carattere formale, nel mondo online queste regole non hanno senso di esistere, ed è per questo che c’è bisogno di un riadattamento. Infatti, scrivere contenuti online è cosa ben diversa dal copywriting, e al tempo stesso non ha niente a che vedere con la scrittura classica. Il motivo è presto detto: online, il target a cui ci si rivolge è rappresentato da un utente tendenzialmente pigro, non troppo interessato a leggere e desideroso di afferrare i concetti nel giro di pochissimo tempo.
La conoscenza del target
In qualunque caso, un approccio corretto allo storytelling online non può prescindere da una conoscenza approfondita e meticolosa del target a cui si mira. Ecco perché è molto importante studiare con cura le sue aspettative, i suoi desideri e le sue inclinazioni, ma anche i suoi punti deboli. C’è bisogno di uno studio approfondito, al termine del quale sarà più semplice costruire lo storytelling che permetterà di catturare la sua attenzione. Uno spot pubblicitario non è altro che storytelling, a dimostrazione del fatto che non servono contenuti chissà quanto lunghi per raggiungere l’obiettivo. A proposito: prima di iniziare, è indispensabile aver chiarito e definito quali obiettivi dovranno essere conseguiti.
Come si fa storytelling aziendale
Per lo storytelling aziendale si può fare affidamento su una vasta gamma di strumenti a cui ricorrere per raccontare un brand, dai social network ai video, passando per l’email marketing, senza dimenticare i contenuti testuali e gli articoli di blog. Non è che l’uso di uno di questi mezzi escluda l’impiego degli altri, e nulla vieta di sfruttarli tutti e 4, a condizione che si sia in grado di trarre vantaggio dalla potenza della narrazione che è insita in ognuno di questi. Ciascun mezzo, infatti, si contraddistingue per una specifica peculiarità, in virtù della quale il racconto sarà più forte o meno forte.
A che cosa serve lo storytelling aziendale
Attraverso lo storytelling aziendale si ha la possibilità di comunicare con il cliente sulla base di un approccio emozionale. In questo modo è possibile farsi conoscere a 360 gradi, perché non ci si limita a raccontare la propria azienda, ma si parla anche delle modalità con le quali essa è riuscita a raggiungere il successo, in virtù di una crescita che le ha consentito di raggiungere la posizione attuale. Con lo storytelling non si risponde a una necessità vincolante, nel senso che se ne può fare anche a meno: come dire, è ciò che dà più sapore a un piatto che in ogni caso esisterebbe comunque. Tuttavia, qualora si decida di puntare sullo storytelling, è essenziale prestare la massima attenzione, per non danneggiare il proprio brand.
Il brand storytelling
Un’opportunità di comunicazione del proprio marchio è rappresentata, appunto, dal brand storytelling, per mezzo del quale ci si può approcciare da un punto di vista emozionale al target potenziale. Si tratta di raccontare sé stessi in maniera efficace, con l’obiettivo di rimanere ben impressi nella memoria degli utenti. Tanti professionisti decidono di comunicare sé stessi – e lo fanno con successo – identificandosi con un logo, con un colore, con uno stile o con un personaggio. Qualora venga sfruttata con saggezza, l’arte del racconto è in grado di garantire risultati eccezionali.
Lo storytelling con i video
La scrittura di un racconto è solo una delle opzioni a disposizione di chi si affida allo storytelling. Una interessante alternativa è rappresentata dal ricorso ai video, il cui obiettivo è sempre lo stesso: tentare di conquistare la curiosità di chi li guarda, non pensando di essere ascoltati in qualunque condizione. Nei video, è molto importante la cura della scenografia: ogni dettaglio va scelto in modo che possa offrire il contorno giusto al racconto e al tempo stesso non distragga gli spettatori. È essenziale, poi, curare tutti i particolari, dalla gestualità agli indumenti, passando per la capigliatura: non c’è elemento che non contribuisca a definire il racconto. Inoltre, occorre scegliere un tono di voce adeguato: non deve annoiare ma essere dinamico e profondo, caratterizzato dal giusto livello di intensità.
Che rapporto c’è tra il digital marketing e lo storytelling
Lo storytelling ricopre un ruolo molto importante nel contesto del digital marketing, e per questo merita di essere preso in considerazione nel contesto di una strategia di comunicazione che non si limiti a banali testi informativi. Si può dire che lo storytelling si articoli su più livelli: il più basso è quello relativo alla descrizione dell’azienda nella sezione “Chi siamo” di un sito web, mentre salendo di grado si può pensare di raccontare agli utenti delle storie che contribuiscano a consolidare il valore dei servizi o dei prodotti. Si può ricorrere allo storytelling nelle mail, per esempio, così come nei podcast o nei video: tutte risorse a disposizione di chi fa digital marketing, dal momento che si tratta di decidere in che modo veicolare il racconto.
Buoni motivi per puntare sullo storytelling
Lo storytelling è uno strumento prezioso per fidelizzare, il che vuol dire in buona sostanza creare fiducia, o comunque più fiducia di quella che c’è già. Inoltre, aiuta a fare in modo che il target di riferimento si avvicini al brand; così, esso potrà essere influenzato e persuaso, fino a prendere una decisione. Il brand storytelling si realizza con le parole, ma non solo: il brand deve essere comunicato anche dal punto di vista stilistico, con dettagli visual – per esempio i colori del logo – che influenzano la resa del messaggio. E, chiaramente, non si può sottovalutare il peso dei social network, dove occorre una tecnica di racconto di impatto e semplice, chiara e diretta ad avvicinare il target: le persone devono essere messe nelle condizioni di immedesimarsi con quello che viene raccontato.