Racconta la tua storia
Storytelling
Volendo trovare una definizione di storytelling, si potrebbe considerare questa attività come l’arte di raccontare delle storie. Se il contesto è quello del marketing, è ovvio che il racconto non deve essere fine a sé stesso, ma viene pianificato e sviluppato con l’intento di comunicare un brand e i prodotti a esso correlati. Lo scopo è quello di conquistare l’attenzione delle persone, sia che si tratti di clienti attuali, sia che si tratti di clienti solo potenziali, nei vari canali in cui sono presenti.
La comunicazione del messaggio
Veicolare i valori aziendali
Quello che conta è che le immagini e le parole contribuiscano, insieme, a veicolare il messaggio che si intende promuovere. Per poter essere considerata efficace, una storia deve rispettare alcuni requisiti importanti: deve saper coinvolgere e al tempo stesso emozionare; ma deve anche essere utile e di facile comprensione. Un’altra caratteristica da cui non si può prescindere è quella della credibilità. Insomma, occorre fare in modo che le persone siano motivate a condividere la storia con altre persone. Tutte le aziende hanno l’opportunità di avvalersi di questo strumento estremamente potente per farsi conoscere, per raccontarsi, per far sapere quali sono i valori alla base del loro operato e, in ultima analisi, per attirare clienti nuovi.
Sin dai tempi più antichi è noto il potere straordinario delle storie, reso ancora più evidente dalla loro accessibilità: non serve aver studiato per raccontare o ascoltare una storia, che ha la peculiarità di essere alla portata di chiunque, al di là del fatto che voglia trasmettere un insegnamento morale, rendere noto un evento di rilievo o semplicemente intrattenere. Le tecniche dello storytelling mettono le aziende in condizioni di interagire con la clientela in ogni momento del processo di acquisto, così che gli obiettivi di marketing possano essere conseguiti.
Storytelling aziendale
Sono tanti gli obiettivi che vengono raggiunti con una strategia corretta di storytelling aziendale: diventa più semplice farsi ricordare dagli utenti, per esempio, e in più si ha l’opportunità di dare vita a una community attiva e interattiva. Nel momento in cui l’elemento umano viene aggiunto al brand, si può instaurare un rapporto di fiducia con la clientela. Viene incentivato, così, anche il passaparola, che pure nell’epoca dei social network resta una delle soluzioni migliori per essere popolari. Lo storytelling è ciò che ci vuole per riuscire a emergere tra infiniti messaggi e fare la differenza rispetto ai competitor.
APPROFONDIAMO
Una delle prime azioni da compiere in previsione dello storytelling consiste nell’analisi dei vari segmenti del pubblico, classificati come target. Dopodiché ci si può dedicare allo sviluppo e alla creazione di contenuti che siano concepiti in maniera specifica per quella categoria di persone. Il principio, però, è sempre lo stesso: abbinare dei contenuti visivi intriganti e in grado di destare curiosità a messaggi capaci di risultare coinvolgenti. Questa è la strada da seguire per poter comunicare le potenzialità e i valori di un’azienda. Non bisogna mai dimenticare che lo storytelling serve anche a differenziarsi rispetto alla valanga di messaggi in cui ci si può imbattere, non solo in Rete ma anche offline. Quando si crea una storia, la si deve pianificare in modo che chi vi si imbatterà sia persuaso a condividerla sui social, aumentandone di conseguenza la visibilità.
Come ogni altra azione nel settore del marketing, anche lo storytelling ha bisogno di una strategia ben precisa come punto di partenza. Occorre studiare questa strategia in funzione dell’azienda e delle sue caratteristiche, così che essa si possa posizionare sul mercato in maniera appropriata. La coerenza del racconto è un aspetto di fondamentale importanza, e bisogna sempre considerare le esigenze dei clienti a cui si mira, per essere in grado di soddisfarli. Chi legge la storia (o chi la guarda, a seconda del tipo di narrazione) deve poter immedesimarsi, e al tempo stesso arrivare all’intuizione che quel marchio è proprio ciò di cui era in cerca e di cui aveva bisogno.
La conoscenza del buyer journey è indispensabile: le fasi in cui si articola il percorso di acquisto sono diverse, e di conseguenza a ciascuna fase dovranno essere abbinati contenuti diversi. Il denominatore comune, però, è la necessità di instaurare delle relazioni significative con le persone. Un buyer journey è composto dalle fasi di consapevolezza, attrattiva, richiesta, azione e sostegno. Nella fase di consapevolezza si deve attirare l’attenzione del potenziale cliente in un momento in cui le sue idee non sono ancora chiare, ma è già stata avanzata l’ipotesi di un acquisto. Nella fase di attrattiva, il potenziale cliente può maturare una preferenza ed è curioso, tenendo a mente i vari messaggi pubblicitari. Nella fase di richiesta, il potenziale cliente si attiva per trovare più informazioni, e a questo scopo utilizza vari canali online. Nella fase di azione, il cliente non è più potenziale, perché ormai è persuaso e porta a termine l’acquisto. Nella fase di sostegno, infine, il cliente può essere fidelizzato al punto da diventare un sostenitore del marchio.
Uno dei principi cardine alla base dello storytelling aziendale è rappresentato dalla presenza di un elemento di conflitto, una sorta di nemico che deve essere contrastato in modo che gli obiettivi auspicati possano essere conseguiti. L’inserimento del conflitto fa sì che le persone riescano a immedesimarsi con più facilità. Tuttavia, è importanza che l’attenzione degli utenti venga catturata sin dal primo momento, e per riuscirci è necessario sottolineare dall’inizio gli elementi più intriganti. La ricerca dell’originalità è sempre indispensabile; al tempo stesso, però, si deve puntare su un protagonista con il quale i consumatori si possano identificare in maniera semplice. La fedeltà ai valori, infine, è un fattore di sicuro successo.