La scrittura di un articolo di giornale non è paragonabile a quella delle altre tipologie di testo. Innanzitutto perché lo scopo principale consiste nell’informare i lettori: in maniera diretta, breve, concisa. L’ideale è fornire quante più notizie possibili in poche righe, ovviamente sempre con la massima esaustività.
Il linguaggio degli articoli di giornale deve essere simile a quello parlato, motivo per cui bisogna evitare gli artifici retorici, le similitudini eccessive, i “voli pindarici”. Il concetto chiave, a cui non si rinuncia mai in questo campo, è quello di chiarezza. Sulla base di ciò, vediamo quali sono i più utili consigli per la scrittura giornalistica.
La tecnica delle 5 W
Ci sono alcune tecniche che fanno parte in modo intrinseco del mondo del giornalismo: tra queste, dobbiamo citare quella delle 5 W.
Questo stratagemma è fondamentale per mettere subito in evidenza tutti i dati più importanti. Chi, cosa, dove, quando e perché: who, what, where, when e why. Eventualmente, alle 5 W del giornalismo si aggiunge anche una H, how, come.
Le risposte a queste domande vanno concentrate all’inizio dell’articolo, affinché il lettore non abbia la sensazione di star perdendo tempo. Le 5 W sono i pilastri dell’articolo, e possono essere approfondite adeguatamente nei paragrafi successivi all’incipit.
La punteggiatura
Un altro suggerimento per scrivere un buon articolo di giornale riguarda la punteggiatura. Essa è indispensabile per dare il giusto ritmo al testo, e anche per rendere le frasi meno lunghe e prolisse.
Il punto, la virgola, i due punti e il punto e virgola vanno usati correttamente per consentire al lettore di “prendere fiato”. Inoltre, capita di dover fare altro all’improvviso mentre si sta consultando il giornale: la punteggiatura permette di riprendere la lettura dove si era interrotta, senza problemi.
Un linguaggio comune e quotidiano
Tra i nostri consigli per la scrittura giornalistica ce n’è anche uno legato allo stile del linguaggio. Come già abbiamo accennato, questo non deve essere ampolloso, arcaico o comunque lontano dalla quotidianità: è necessario che gli autori utilizzino un vocabolario di tutti i giorni, consueto, per suscitare la familiarità dei lettori.
Tra due sinonimi, bisogna impiegare sempre quello più comune. Scriveremmo, quindi, “cenare”, non “desinare”; “arrivare”, non “sopravvenire”. E così via.
Questo è un trucco per mantenere l’attenzione di chi legge, e per stabilire una connessione con il pubblico. Insomma, il gergo giornalistico è quello abituale e ordinario.
I termini stranieri
Ci sono giornalisti che abusano delle parole straniere, prese dalla lingua inglese, francese, tedesca ecc. Ogni tanto è bene adoperarne una, specialmente se ormai fa parte del nostro lessico; tuttavia non bisogna esagerare. Al contrario, infatti, si rischia di escludere dal target tantissimi lettori che non ne conoscono il significato.
Le figure retoriche
La scrittura giornalistica è senza fronzoli: il suo obiettivo è raccontare la realtà così come è, nuda e cruda.
Questo non vuol dire che in un articolo non debbano esserci figure retoriche, ma è importantissima la moderazione. L’equilibrio da questo punto di vista è alla base di tutti i testi giornalistici. Sono particolarmente adatte le metafore, le metonimie (contenente per il contenuto, materia per oggetto ecc.), le iperboli, mentre sono poco raccomandate le figure di suono che renderebbero più pesante la lettura.
Il capoverso
Un altro dei consigli per la scrittura giornalistica è incentrato sull’uso del capoverso. Di nuovo, è essenziale il giusto mezzo: troppi capoversi sono caotici, mentre troppo pochi contribuiscono a un fastidioso muro di testo.
Diciamo che, in media, ci vorrebbe un capoverso ogni 10 righe circa. Lo scopo è separare gli argomenti e suddividere l’articolo in paragrafi interni. Ciò è fondamentale per una lettura scorrevole e veloce.
La semplicità delle frasi
Negli articoli per giornale, le frasi devono essere semplici. Soggetto, predicato e complemento: questa è la successione, senza mettere per esempio il complemento oggetto prima del soggetto. Bisogna essere lineari e precisi, e anteporre sempre la principale alle subordinate.
In sintesi, non deve mai succedere che il lettore debba tornare indietro perché non ha capito un concetto. Ci sono scarse probabilità che ciò accada se il testo è ben “limato”.
Gli avverbi
Gli avverbi possono essere i migliori amici o i peggiori nemici degli scrittori. Tutto sta nell’utilizzarli in maniera giusta: soprattutto non si dovrebbero inserire nello stesso periodo più avverbi che finiscono in -mente.
La soluzione? Leggere l’articolo ad alta voce. Se non risulta fluido, può essere che ci sia qualche avverbio di troppo!
Gli aggettivi
Il discorso sugli aggettivi è abbastanza simile a quello sugli avverbi. Gli aggettivi sono alleati preziosi dei giornalisti, ma è opportuno servirsene con parsimonia e intelligenza.
Le frasi senza alcun aggettivo sono scarne, quelle con un numero eccessivo di aggettivi sono pesanti. Questi elementi rappresentano quel qualcosa in più per un articolo, motivo per cui vanno scelti con cura. Sono da evitare quelli ovvi e banali, ridondanti, e quelli che non hanno nulla a che fare con l’argomento di cui si sta parlando.
Al bando gli aggettivi per riempire gli spazi, via libera a quelli che aumentano il valore del testo. Un aggettivo può aiutare a descrivere un avvenimento, o a migliorare la struttura della frase. Se è inutile, è preferibile “tagliarlo”.
I verbi: modi e tempi
Infine, uno dei nostri consigli per la scrittura giornalistica riguarda i verbi, a livello di modi e tempi.
L’ideale è ricorrere all’indicativo, magari all’imperfetto o al passato prossimo. In alcuni casi è ottimo l’indicativo presente, in particolare se si vuole accentuare il pathos del testo. Invece, bisogna limitare il gerundio e il participio presente.
Come forma, si deve prediligere quella attiva al posto della passiva. La prima, rispetto alla seconda, è più immediata e diretta, proprio come l’articolo di giornale in sé.
Conclusioni
Con questi accorgimenti è più facile scrivere un articolo di successo. Per il resto, ci sono anche molti altri aspetti a cui fare attenzione: il tipo di giornale, l’età e gli interessi del target, le fonti e così via. I giornalisti devono verificare l’esattezza di ogni singola notizia prima di riportarla!