Il posizionamento organico è un aspetto a cui si deve prestare la massima attenzione nel momento in cui si costruisce un sito nuovo; in caso contrario, si rischia di ritrovarsi con un sito che, per quanto interessante possa essere, non viene mostrato nei risultati di ricerca di Google. Ecco perché una strategia di comunicazione efficace non può prescindere dalla Seo, l’ottimizzazione per i motori di ricerca: per procedere è necessario analizzare le parole chiave del settore, tenendo conto sia delle occasioni che delle possibili criticità correlate al posizionamento.
Come agire
Dopo aver individuato le keyword ideali, utili per scavalcare i concorrenti sul lungo termine, ci si può dedicare alla stesura dei contenuti, concentrandosi sulla formattazione Seo. I contenuti on site sono quelli ospitati direttamente sul sito, per esempio in una sezione dedicata alle news o al blog; i contenuti off site, invece, sono quelli che vengono pubblicati su altri siti, che poi linkeranno, secondo l’attività di link building che è stata pianificata, al sito su cui si sta lavorando e che deve essere posizionato. I backlink corrispondono ai link in entrata, cioè collegamenti che conducono al sito da “promuovere”: ecco perché costituiscono un elemento indispensabile nel contesto di una strategia Seo.
A che cosa servono i backlink
Generando una rete di link in ingresso con una campagna backlink si ha la possibilità di migliorare il posizionamento di contenuti rilevanti o di specifiche pagine. Non tutti i backlink, però, hanno lo stesso valore: sono di qualità più elevata quelli che provengono da siti che godono di una buona indicizzazione, che vantano una domain authority di alto livello e che sono caratterizzati da metriche significative lato Seo, soprattutto per ciò che concerne le parole chiave posizionate. Online ci sono diversi tool che permettono di verificare la qualità di un sito da cui provengono i link: si tratta di strumenti che si focalizzano sul profilo di backlink e che, quindi, definiscono un eventuale rischio di penalizzazione.
Come evitare le penalizzazioni
Il domain rating di Ahrefs, il bilanciamento tra citation flow e trust flow di Majestic Seo e lo spam score di dmoz sono tutte risorse a cui si può fare riferimento per capire se il sito web da cui proviene il link è autorevole. Ricevere link da siti contraddistinti da un profilo seo di scarsa qualità non è cosa di poco conto: si corre il serio pericolo di essere penalizzati, a quel punto risalire in prima pagina tra i risultati di ricerca risulta un compito arduo. Sono tante le tipologie di backlink pericolosi e che, proprio per questo motivo, devono essere evitati: si pensi ai link da spam sui social network, ma anche ai fake blog e ai fake account. Rientrano tra i backlink nocivi anche quelli che provengono da siti spam (forum cinesi e indiani o siti hackerati) e quelli che arrivano da directory di link. Infine, sarebbe preferibile fare a meno dei link di blog che hanno poche parole chiave a basso volume posizionate o un profilo backlink scarso.
Link dannosi: perché è necessario disconoscerli
Un approccio preventivo può essere utile per evitare che il sito su cui si sta lavorando possa essere penalizzato. Se ci si accorge di essere linkati da domini indesiderati o su cui è lecito avere dei dubbi, per esempio, è possibile chiedere a Google di non tenere conto di tali backlink. I provvedimenti che possono essere adottati dal motore di ricerca sono diversi: per esempio un filtro algoritmico, a causa del quale si perdono posizioni nei risultati di ricerca. A volte, si ricorre a un’azione manuale, con l’applicazione di un procedimento di contrasto dello spam che viene attuata in seguito a una violazione delle linee guida. Nei casi più gravi si può arrivare addirittura al ban del dominio, il che vuol dire che il sito viene fatto sparire da Google.
Come agire
Non è detto che tutti i collegamenti che provengono da siti spam abbiano conseguenze pericolose, perché un singolo backlink da solo non è in grado di condizionare il destino di un sito (né in negativo né in positivo, ovviamente). Il livello di complessità che caratterizza Google è, evidentemente, più elevato. Proprio per questo motivo, ha un senso avviare una procedura di disconoscimento dei link unicamente nel caso in cui venga riscontrata la presenza di un numero elevato di backlink rischiosi che devono essere eliminati. Ciò può avvenire perché un competitor poco onesto ha messo in atto una strategia di Seo negativa. Insomma, se si ha a che fare con pochi link in arrivo da siti di qualità modesta non è il caso di preoccuparsi.
Il disavow tool
Il disavow tool rientra nel novero delle funzionalità avanzate di Google ed è uno strumento piuttosto delicato. In altri termini, conviene farvi ricorso unicamente se si è certi di essere in possesso di competenze tecniche adeguate. In caso contrario, c’è addirittura il pericolo di provocare danni più gravi rispetto a quelli a cui si vuole rimediare. Il punto di partenza deve essere la certezza assoluta della nocività del link che si ha intenzione di eliminare; altrimenti, il risultato è quello di rinunciare a un link che garantisce in realtà un beneficio. Solo dopo aver appurato questo aspetto, si può procedere, seguendo le istruzioni fornite in proposito da Google, creando un file con editor di testo in cui in ogni riga sarà presente un url di link da disconoscere.
Come creare il file per disconoscere i link
Il file in questione va rinominato come nomefile.txt, e deve rispettare la codificazione UTF-8 o ASCII a 7 bit. Nel caso in cui si desideri richiedere il disconoscimento di un dominio intero, è necessario inserire la dicitura domain (per esempio “domain: nomedelsito.it”). Quando il file è pronto, è sufficiente entrare in Search Console, selezionare la proprietà di riferimento e inoltrare, tramite il disavow tool, la lista formattata.